Normandia – Mont Saint-Michel e la sua magia (giugno 2018)

Lasciamo Honfleur di buon mattino e ci dirigiamo spediti verso la baia di Le Mont Saint-Michel, nella bassa Normandia. Il viaggio sicuramente meritava qualche tappa intermedia, partendo infatti da Deauville e fino a tutti i paesini “sur Mer“, il tempo sembra aver mischiato la storia (quella importante) con la splendida costa della Normandia. L’aspetto storico e le riflessioni intime che ne deriverebbero meritano del tempo, ma soprattutto uno spirito più “pronto” ad affrontarle.  Ci torneremo!

Fatte tutte queste valutazioni, decidiamo dunque di procedere dritti per il Mont Saint-Michel percorrendo l’autostrada interna A13 fino a Caen. Dopo una pausa caffè, mai così tanto desiderata,  prendiamo l’A84 che ci porterà fino ad Avranches e da qui, lasciata l’autostrada, la N175 ci condurrà sempre più vicino a quello spettacolo meraviglioso che con il cielo si divide l’orizzonte. La luce del sole, che cerca faticosamente di farsi spazio tra le nuvole, gioca con gli elementi in un paesaggio in continua evoluzione. Si riflettono in lontananza il Mont Saint-Michel, la sabbia, i pascoli erbosi, il mare e gli allevamenti di mitili. Anche la collocazione geografica di Le Mont Saint-Michel è alquanto bizzarra, un detto popolare locale recita che: Le Couesnon dans sa folie a mis le Mont en Normandie”. Il corso del Couesnon, che costituiva il confine tra Bretagna e Normandia, “nella sua follia collocò Mont Saint-Michel in Normandia”, in quanto in uno dei suoi cambiamenti di percorso avrebbe spostato il confine lasciando il Mont Saint-Michel sulla sua destra orografica, in Normandia appunto. Oggi il confine tra il dipartimento bretone di Ille et Vilaine e quello normanno della Manica, si trova a circa 4 km ad ovest del fiume, con buona pace del corso di quest’ultimo.

Nato all’insegna dell’eccezionalità dunque, il Mont Saint-Michel affonda le sue radici anche nella leggenda. La sua origine risalirebbe alle apparizioni, nel 709, dell’arcangelo Michele al vescovo Aubert di Avranches, chiedendogli la costruzione di un luogo di preghiera. La storia ha poi fatto il suo corso e sull’isolotto roccioso, esposto ai venti dell’oceano, è stata costruita un’abbazia in un contesto dove la natura sembra voler mostrare tutta la sua forza e la sua potenza. Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1979, diventando un polo turistico tra i più visitati di Francia, in terza posizione solo dopo la Tour Eiffel e la Reggia di Versailles, con più di tre milioni di visitatori.

La bellezza del sito e la singolarità del luogo, conferiscono al paesaggio un aspetto magico e surreale. Ma la magia e il fascino che già sono altissimi, vengono ulteriormente amplificati durante le maree. Vedere l’acqua ritirarsi velocemente per 15 Km (lasciando il Monte isolato), per poi tornare a una velocità di sessanta metri al minuto e bagnare di nuovo i piedi di questa roccaforte isolata è uno spettacolo emozionante difficile anche da raccontare. Situato in un’immensa baia di 40 mila ettari, il Mont Saint-Michel è infatti teatro delle più grandi maree d’Europa.

Fino al 2012 era possibile arrivare con il proprio mezzo privato nei pressi dell’ingresso di Mont Saint-Michel. Da quell’anno in poi la situazione è cambiata radicalmente,  si è reso necessario apportare delle modifiche al fine di non alterare lo spettacolo delle maree,  cercando al contempo di preservare l’intero ecosistema della baia. La diga che in passato era stata costruita per permettere l’accesso al Monte, è stata sostituita da un ponte-passarella sospeso. Questo nuovo ponte, conduce i visitatori, dal parcheggio situato in disparte sulla terraferma fino ai piedi del baluardo, dove si trova la porta dell’Avancée, principale accesso al Monte. Per i visitatori, la scoperta comincia praticamente dal parcheggio, dove gli autobus-navetta gratuiti (completamente rivestiti di legno di quercia) ti conducono al bacino lungo un percorso di circa 2,5 km in dolce pendenza. Ero molto curioso di vedere l’impatto che questi lavori potessero avere avuto sul delicato equilibrio naturale della baia. Ma la nuova diga e il ponte-passerella, disegnato dallo studio parigino Feichtinger Architectes, sembrano proprio condurti dolcemente all’ingresso, quasi con discrezione. Merito anche della struttura, leggerissima, con l’impalcato che corre il più possibile vicino al livello del greto del fiume ma ad altezza tale da non venirne mai sommerso.  

Scesi da questi autobus, singolari ma molto graziosi, siamo pronti a varcare la porta di accesso e ad inerpicarci in cima al villaggio, dove è l’abbazia ad imporsi con la sua struttura massiccia e caratteristica.

Entrando dalla Porte du Boulevard e poi passando la Porte du Roy si arriva nella Grande Rue, il nome forse non proprio adatto per descrivere la via principale su cui si affacciano case storiche del XV e  XVI  secolo, con accanto boutiques e negozietti oltre agli irrinunciabili ristoranti disseminati un po’ ovunque.

La Grande Rue è anche la strada in salita che conduce fino all’abbazia, ed è proprio davanti a questa, che la Terrazza Ovest diventa un punto di osservazione strategico. Mentre se si vuol vedere la risalita della marea, fino ai piedi del Monte, ci si può posizionare sulla Tour du Nord.

L’impressione generale, è che Mont Saint-Michel soffra e non poco del suo stesso successo. Il flusso di turisti è tale, da rendere difficoltoso destreggiarsi tra le viuzze stracolme di visitatori. Per gustarsi appieno la particolare atmosfera medioevale, forse è meglio evitare i mesi estivi per visitarlo.

Le ultime considerazioni le faccio sull’idea che Mont Sain-Michel mi ha lasciato. L’isolotto roccioso perderebbe molto del suo fascino se non ci fosse quel contesto naturale e anche magico, che tanto lo caratterizza. Nel corso degli anni il moto delle maree ha trasportato ingenti quantità di sedimenti, che sono andati a depositarsi nella baia, rischiando di insabbiarla progressivamente. L’intero sito si inserisce in uno spazio naturale del tutto eccezionale, confinato tra mare e terra, che con la sua baia possiede ecosistemi variegati e quanto mai preziosi. La speranza un po’ di tutti è che il progetto della nuova diga e del ponte-passerella, possano restituire al Mont Saint-Michel il suo carattere marittimo, in modo da preservarne sia il patrimonio artistico che l’unicità dell’ambiente circostante. Solo così, si potrà conservare intatta nel tempo, la magia di questo luogo straordinario.

Il viaggio di ritorno verso Parigi è piuttosto lungo in verità (sono circa 380 km per poco più di 4 h), percorreremo la A84 fino a Laval per poi prendere la A81 fino a Le Mans. Proprio a Le Mans ci fermeremo per una veloce cena, riflettendo sul fatto che anche i paesi della Loira hanno il loro perché e dunque meritano anche loro una bella visita. Il prossimo viaggio? Chissà…!

Arriviamo a Parigi che è già notte fonda, sembra anche più bella del solito, merito forse di Mont Saint-Michel, che ha reso in questa notte tutto più magico e affascinante.

A presto!

 

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